Funzione del Pedagogista nell’educazione dei genitori verso una Pedagogia Positiva: riflessione sulle punizioni ai figli.
La figura del pedagogista riveste un ruolo cruciale nell’educazione e nello sviluppo dei bambini, non solo all’interno delle istituzioni educative, ma anche nel supporto e nella formazione dei genitori.
Una delle sfide contemporanee più rilevanti è l’educazione dei genitori verso l’abbandono delle punizioni corporali e l’adozione di pratiche educative positive.
Questo tema è stato affrontato anche nella campagna di Save the Children “A mani ferme”, inserita nel progetto europeo “Educate, do not punish” che evidenzia i danni causati dalle punizioni fisiche e l’importanza di promuovere metodi educativi basati sul rispetto e la comprensione, verso una educazione positiva.
Nello stesso rapporto e dalla ricerca di Ipsos emerge come in Italia non solo non siano vietate le punizioni corporali ai figli, inglobando l’argomento in un generico rimando all’art. 571 del Codice Penale a riguardo dell’abuso degli strumenti di correzione e disciplina, ma nonostante il dialogo e dell’ascolto si confermino i principali fondamenti del rapporto educativo con i figli rispettivamente per il 50% e per il 35% di essi, ben il 25% dei genitori italiani ricorre allo schiaffo: chi lo fa o qualche volta al mese (22%) o quasi tutti i giorni (5%). A questi si aggiunge un 49% che lo utilizza eccezionalmente. In generale un quarto di madri e padri italiani vede nel ceffone un gesto con una valenza educativa.
Il pedagogista ha la responsabilità di guidare i genitori attraverso un processo di cambiamento che li porti a riconoscere e adottare metodi educativi più efficaci e meno dannosi. Questo obiettivo si realizza attraverso diverse fasi e attività.
a) informazione e consapevolezza:
– Educazione sui danni delle punizioni corporali: il pedagogista informa i genitori sui rischi e le conseguenze negative delle punizioni fisiche, che includono danni fisici, psicologici e sociali per il bambino.
– Promozione dei diritti dei bambini: viene sottolineata l’importanza del rispetto dei diritti dei bambini, in linea con le convenzioni internazionali, che vietano l’uso della violenza come metodo educativo.
b) formazione sulle tecniche di disciplina positiva:
– tecniche e strategie di comunicazione: insegnare ai genitori come comunicare in modo efficace e assertivo con i loro figli, utilizzando il dialogo e l’ascolto attivo.
– gestione delle emozioni: aiutare i genitori a riconoscere e gestire le proprie emozioni e quelle dei loro figli, favorendo un ambiente familiare sereno e comprensivo.
– sviluppo di regole e limiti: guidare i genitori nella creazione di regole chiare e coerenti, stabilendo limiti in modo non punitivo ma educativo.
c) supporto continuo e personalizzato:
– consulenze individuali e familiari: offrire supporto personalizzato ai genitori, affrontando specifiche difficoltà e situazioni familiari.
– gruppi di sostegno: facilitare la creazione di gruppi di supporto tra genitori, dove condividere esperienze e strategie educative.
– il primo soccorso pedagogico: offrire l’ascolto immediato dinanzi a particolari situazioni stressanti, anche fruendo dei sistemi telematici attuali.
d) promuovere l’efficacia della disciplina pedagogica positiva: la disciplina positiva, a differenza delle punizioni corporali, si basa sulla comprensione, il rispetto reciproco e l’empatia. Diversi studi hanno dimostrato che i bambini educati con metodi positivi sviluppano una migliore autostima, competenze sociali più solide e una maggiore capacità di gestione delle proprie emozioni. Questi bambini tendono a manifestare meno comportamenti problematici e hanno relazioni più sane con i loro coetanei e adulti.
I genitori, guidati da un pedagogista, possono diventare agenti e moltiplicatori di cambiamento, promuovendo una cultura del rispetto e della comprensione, essenziale per il benessere delle future generazioni.