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La cinematizzazione delle relazioni affettive e il conseguente distacco emotivo.

Suggerimenti strategici in ambito pedagogico.

La cinematizzazione delle relazioni affettive e il conseguente distacco emotivo rappresentano due fenomeni interconnessi che emergono nel modo in cui le persone vivono e percepiscono le loro esperienze intime, influenzate dai media visivi, in particolare dal cinema, dai social-media e dalla cultura popolare.

È un processo di apprendimento, e quindi entra nella sfera pedagogica della persona umana, con il quale le relazioni, gli incontri e le interazioni tra le persone vengono influenzate o reinterpretate secondo modelli narrativi e stilistici tipici del cinema e dei media, diffusisi in maniera esponenziale con le varie proposte delle piattaforme streaming e poi nella ri-mediazione tramite i social-media.

Avviene una vera e propria interiorizzazione di strutture narrative che idealizzano o drammatizzano le esperienze quotidiane, delle quali occorre essere consapevoli per evitare di esserne travolti.

Questo mio tentativo ha la pretesa di coscientizzare e rendere consapevoli le persone che non devono cercare esperienze simili nella vita reale, creando aspettative irrealistiche su cosa significhi vivere una relazione autentica, poiché nella realtà le relazioni sono spesso più complesse e sfumate.

Occorre osservare e decostruire, per non distorcere la percezione e l’aspettativa delle relazioni autentiche, altrimenti insorgono insoddisfazioni e incomprensioni.

Riconoscere questa dinamica può aiutare a vivere le relazioni in modo più equilibrato e consapevole.

Riassumo qualche considerazione, per tentare di decostruire questo costrutto, per evitare amplificazioni della percezione emotiva:

  1. Aspettative irrealistiche con l’idealizzazione in forma romantica delle storie d’amore come momenti perfetti e intensi, con gesti grandiosi e colpi di scena, trascurando la normalità e la complessità delle vere relazioni. Questo può portare al distacco emotivo, con un senso di disconnessione con la realtà affettiva. Può portare alla ricerca costante di litigi, conflitti o emozioni forti nelle proprie relazioni per sentirsi vive;
  2. Narrativa drammatica con storie di conflitti, tradimenti, riconciliazioni, litigi, che può indurre le persone a vedere i propri problemi relazionali come parte di una medesima trama. La sovraesposizione ma anche la mancata rielaborazione possono portare a un intorpidimento emotivo: si può diventare insensibili ai piccoli gesti di affetto quotidiani, perché non rispondono agli standard esagerati a cui si è abituati, con una perdita di apprezzamento per le relazioni reali, generando un loop per distacco emotivo più profondo;
  3. Ruoli stereotipati degli attori, che fa perdere di vista l’autenticità, la complessità e i cambiamenti delle persone reali. Può portare ad una esaltazione dell’individualismo, parlando solo di sé e delle proprie vicende, senza curarsi dell’altra persona, senza interessarsi banalmente di come sta. Il cinema infatti spesso celebra l’indipendenza e l’autorealizzazione come priorità rispetto alle relazioni e può tradursi in un maggiore distacco emotivo nelle relazioni affettive, dove l’intimità e l’impegno vengono percepiti come sacrifici della propria identità, creando una sorta di paura di perdersi nell’altro;
  4. L’aspetto estetico della vita, perfetta nella cinematografia, che può far percepire inadeguata la propria;
  5. Distrazione dalle esperienze quotidiane per attendere e auspicare un “momento clou” della relazione, come nell’ambiente cinematografico. Può portare a delusione e disillusione, venendo meno l’aspettativa di una relazione “da film” diversamente alle difficoltà e alla complessità delle relazioni reali.
  6. Immagine pubblica sui social media per la costruzione una narrazione cinematografica delle proprie relazioni, scegliendo di mostrare agli altri solo i momenti più felici o perfetti, creando l’impressione di una relazione che non rispecchia la realtà che può portare a un senso di frustrazione o insufficienza nelle proprie relazioni.

 

Da queste situazioni si genera una difficoltà a gestire la realtà nelle relazioni sociali e affettive, facendo emergere rabbia, frustrazione, insoddisfazione e un distacco emotivo che rende difficile affrontare i problemi e le sfide reali della relazione. Si arriva ad un senso di incompletezza, dove la propria relazione non è mai abbastanza o fosse sempre difettosa, trascurando la profondità e l’autenticità della connessione, alimentando una certa superficialità e pregiudizi, con una conseguente compromissione dell’intimità.

 

Ecco: propongo, come in premessa, un’azione pedagogica di riconoscimento della cinematizzazione e del conseguente distacco emotivo nelle relazioni affettive, valorizzando la quotidianità, il qui e ora, consapevoli delle aspettative di ognuno di noi e dei bias cognitivi che ci pervadono.

Occorre essere attenti al recupero dell’autenticità e dell’intimità delle relazioni, che sono complesse per natura, fatte di alti e bassi, di momenti difficili e gioie inaspettate.

 

Dott. Vincenzo Longo, 23 settembre 2024

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